I cammini della disillusione è una raccolta di riflessioni in forma di aforismi sul senso dell'attuale in preparazione all'ineluttabilità della morte. Roland Jaccard scrive nel 1979 della sua vita e delle disillusioni che via via si accumulano nell'itinerario che prima di tutto come uomo e in secondo luogo come intellettuale ha intrapreso, scegliendo di dedicarsi all'essenziale. Estratto del libro
- Fioraio perché vendi le rose?
- Per guadagnare un po’ di soldi.
- Ma con i soldi che cosa si può comprare di più bello di una rosa?
Lei era iraniana, aveva quindici anni e lavorava in un negozio di fiori. Osavo appena guardarla tanto mi turbava e sopra tutto, con lo stupido orgoglio del ragazzino che gioca a fare l'uomo, non volevo che lei se ne accorgesse.
Finché un giorno, deciso a impressionarla, le recitai in fretta la poesiola persiana. Ma ero troppo timido, non seppi aspettare di vedere l'effetto e corsi via. Lasciai passare alcune settimane prima di andare a trovare la mia giovane fioraia dai grandi occhi neri e lei non c'era più.
Restano i sogni.
Quarta di copertina
Chi sono? Domanda che si addice ai folli e ai poeti.
Un uomo ancora giovane tenta di sollevare il velo di un enigma.
Sepolte l'originalità e le illusioni, egli dà convegno ai ricordi e via via si giudica dichiarando il proprio scacco ma scegliendo di dedicarsi all'essenziale: imparare a morire prima di morire.
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