Estratto del libro
L'estrema varietà dell'opera di Peirce aveva un centro e un intento. Il centro era nella logica, concepita dapprima come branca di una branca della semiotica, ma alla fine quasi coincidente con essa, anche se con una distribuzione d'accenti diversa da quella dei semiotici che non sono logici. L'intento era di distinguere i possibili tipi di semiosi o funzioni segniche, e, all'interno di esse, compiere il più completo studio degli argomenti, e soprattutto delle loro funzioni in matematica e nelle scienze. La sua singola scoperta di maggior rilievo fu ciò che egli dapprima chiamò ipotesi e in seguito abduzione [abduction] o retroduzione [retroduction], un distinto tipo di argomentazione che differisce sia dalla deduzione sia dall'induzione, ed è indispensabile nella matematica come nelle altre scienze. Questa scoperta ebbe luogo almeno già nel 1866, e uno dei maggiori interessi del Volume I della nuova edizione cosiste nel ripercorrere i passi che hanno portato Peirce a essa.
Qualunque sia la definizione e il nome tecnico di questo terzo tipo di argomentazione, e la precisa natura dei suoi rapporti con le altre due, un elemento essenziale è costituito da ciò che nel linguaggio comune è detto fare congetture. Paragonare il Peirce reale con l'immaginario Sherlock Holmes quali investigatori ed elaboratori della teoria dell'investigazione non è una divertente occasione per le battute di Holmes, ma il miglior modo possibile per introdurre alla filosofia di Peirce un lettore profano.
Quarta di copertina
Thomas A. Sebeok, riconosciuto "maestro del segno", prestigioso allievo e continuatore di Charles Morris e di Roman Jakobson, esplora con arguzia e erudizione accattivanti nuove applicazioni del principio secondo cui la semiotica comincia e finisce con la biologia, e illustra come la scienza dei segni e la scienza della vita si implichino inevitabilmente l'una con l'altra. Al limite fra lo studio scientifico e il fantasticare, questo libro medita intorno alle connessioni fra l'universo dei segni, quello delle idee e quello della "realtà bruta delle cose e dei fatti", e teorizza sulle cause di queste associazioni.
I dieci saggi che compongono questo volume sono incentrati sulle fonti e sulle fondazioni di quattro tipi fondamentali di semiosi: l'arte non verbale e alcuni aspetti dell'arte verbale; il linguaggio; la logica; lo stesso "dialetto" dell'indagine semiotica.
Nel primo capitolo Sebeok amplia e espande la grande tradizione delle ricerche semiotiche lanciata da Charles S. Peirce. La nozione di Spieltrieb di Schiller, Hesse e il fantasticare utopistico del Gioco delle perle di vetro, e la "struttura profonda" del noto film L'impero colpisce ancora sono gli ingredienti della ricerca semiotica di Sebeok. Il secondo capitolo s'intitola "Lei conosce il mio metodo": una giustapposizione di Charles S. Peirce e Scherlock Holmes. Il paragone, a prima vista bizzarro, fra il detective romanzesco e il padre della semiotica getta invece luce su entrambe le figure rivelando le somiglianze tra i loro metodi di ragionamento. Il terzo capitolo continua lungo la vena holmesiana esplorando il significato delle finestre nell'opera di Conan Doyle. Seguono i contributi filosofici di Charles Morris e Karl Bühler. I saggi che compongono la metà del libro vertono intorno ad aspetti della comunicazione animale.
I. Introduzione. Ludens in orbe terrarum
II. "Tu conosci il mio metodo": un accostamento di Charles S. Pierce e Sherlock Holmes
III. L'oblò del Capitano Nemo
IV. L'immagine di Charles Morris
V. Karl Bühler: una figura dimenticata nella storia della ricerca semiotica
VI. "Parlare" con gli animali: la zoosemiotica spiegata
VII. Incontri ravvicinati del terzo tipo con la comunicazione dei Canidi
VIII. Scimmie sapienti: la profezia che si realizza da sé e simili trabocchetti metodologici
IX. Prefigurazioni dell'arte
X. Il fondamentale enigma del "Bravo Hans": l'unione di natura e cultura
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