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A sign is just a sign. La semiotica globale
Thomas A. Sebeok
a cura di Susan Petrilli
A sign is just a sign. La semiotica globale
Anno: 1998
Pagine: 345
Prezzo: € 23,24
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877704955

Estratto del libro
Per anticipare in partenza la molla principale del mio tema, non posso fare di meglio che condividere con voi un paio di citazioni significative dal romanzo più sensibile e più profondamente attento alla semiotica che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni. L'autore è Richard Powers.
In primo luogo, scrive Powers (1991: 86): "[...] il mondo trabocca di messaggi, ogni essere vivente è un segnale unico". In altre parole, il mondo è completamente semiotico [...]. "Infatti, ogni simbolo è una cosa vivente, nel senso stretto del termine, non in un mero senso figurato" (CP, 2.222 [19031; cfr. Singer 1984, Colapietro 1989, passim).
In secondo luogo, scrive Powers (1991: 251): "L'evoluzione diventa un intricato quadro di comando, percorsi per passare segnali avanti e indietro: da generazione a generazione, da specie a specie, da ambiente a creatura, e indietro di nuovo. La vita è uno scambio di posta".
[...] È precisamente la semiosi a fornire l'ampiezza dell'esistenza animata, in quanto sono precisamente i messaggi a costituire in gran parte il nostro retaggio più importante; messaggi codificati in DNA permettono "l'unico collegamento tra la vita ora e la vita di un milione o un miliardo di anni fa" (1985: 12, 28; cfr. Sebeok 1997).


Siamo in una fase nuova della storia, che si presenta, oggi come mai, come storia planetaria: è la fase della mondializzazione della comunicazione [...].
La mondializzazione della comunicazione è un fenomeno di superficie e, come tutti i fenomeni di superficie, può essere compreso a condizione che ne vengano esaminate le basi. Questo richiede una concezione della comunicazione non riducibile al processo superficiale del passaggio da un emittente a un ricevente in conformità a un codice [...].
Per comprendere in profondità questa fase e i suoi rischi, fra i quali la fine stessa della comunicazione (da non confondere con quel malessere soggettivo-individualistico, dovuto proprio al momento di passaggio all'attuale forma della comunicazione - ormai inseparabile dalla forma di produzione - teorizzato e anche rappresentato nel cinema e nella letteratura, sotto il nome 'incomunicabilità') e della vita su questo pianeta, occorre una semiotica che abbia, come quella di Thomas A. Sebeok, una visione planetaria sia come ampiezza di campo sia come dimensione temporale. Ciò permette alla semiotica di assumere la distanza necessaria per interpretare la contemporaneità senza restare chiusa e senza esaurirsi in essa.
(Susan Petrilli, Introduzione all'edizione italiana
)
Quarta di copertina

Thomas A. Sebeok è uno dei maggiori teorici della semiotica contemporanea. Discepolo di Morris e di Jakobson e continuatore della semiotica di Peirce, ha esteso il campo semiotico ben al di là della semiologia. La sua semiotica globale fa coincidere la "semiosfera" (Lotman) con la biosfera, perché stabilisce un'identificazione fra vita e processo segnico o semiosi. Questo libro non solo è l'espressione più recente della sua posizione intorno allo studio dei segni, ma ne rappresenta anche il livello più alto di sistemazione.

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