Estratto del libro
Un giovane hassid se ne venne un giorno a trovare Rabbi Pinhas di Korets, noto per saggezza e compassione, e così lo supplicò:
- Aiutami! Ho bisogno di consiglio, e ancor più di intercessione. Immensa è la mia pena, e tanto grava che mi è insopportabile: Maestro, fate che si dissolva! Intorno a me e dentro di me il mondo crolla sotto la sua tristezza e anche la mia: Maestro, fate che si rialzi! Gli uomini non sono più umani, la vita non è più santa. Le parole sono vuote - vuote di verità, vuote di fede. Non so più a chi volgermi, da che distogliermi. Mi assillano dubbi tenaci, tanto che non so più chi io sia, né perché io esista, e, peggio ancora, neanche ci tengo a saperlo. Che debbo fare, Maestro? Vi supplico, ditemi: che debbo fare?
- Và e studia la Torah - rispose Rabbi Pinhas di Korets. - La Torah è l'unico rimedio; lo è sempre stato. Contiene tutte le risposte. Anzi è la risposta. L'hai forse dimenticato?
Quarta di copertina
Che cos'è il movimento hassidico se non una protesta contro l'isolamento? Nell'Europa centrale del diciottesimo secolo, dove la miseria e l'angoscia fiaccano il popolo ebraico, i maestri hassidici lanciano un grande appello alla speranza, alla felicità, all'amicizia, insegnando agli emarginati la storia e la memoria ebraica. La testimonianza dei maestri, i loro atti e le loro parole sono un invito alla celebrazione, e ciascuno di loro dispone di armi particolari: in uno saggezza, in un altro preghiera, in altri ancora umiltà, compassione, riso e perfino silenzio. In questo secondo tomo di Celebrazione hassidica, Elie Wiesel ci rivela le circostanze e insieme il senso della lotta contro la malinconia condotta da nove maestri hassidici. La gioia, la fede, la speranza sono possibili quando trionfa la morte? Risponde Rabbi Moshè-Leb di Sasovo: "Volete trovare il fuoco? Cercate nella cenere".
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