Un ritratto ironico e irriverente della Russia comunista
Partitograd è una cittadina con una particolarità: è lo specchio della storia e delle peculiarità russe. Con trascinante ironia, Zinov'ev ne narra le vicende fin dalla fondazione e, celata sotto l'umorismo, avvia una dura riflessione sulla cecità dei gerarchi comunisti, l'ineguaglianza delle politiche sociali, le assurdità promosse dal partito. Fin dal titolo, una miscela di catastrofe e perestrojka, è evidente la vena inventiva di questo scrittore‑filosofo‑sociologo, capace di unire una profonda ed attenta analisi ad una narrazione divertente, frizzante. Un autore temuto dal regime ed espulso per 12 anni. Estratto del libro
Alla fine del 1988, un gruppo di cittadini di un paese dell'Europa occidentale decise di visitare l'Urss per verificare, con i propri occhi, il funzionamento della perestrojka, di cui tanto si parlava nel mondo intero. Sapevano che, in Unione Sovietica, esistevano zone interdette agli stranieri. Una di esse era la città di Partitograd. Al consolato sovietico venne chiesto ai membri del gruppo dove sarebbe loro piaciuto andare. Nominarono Partitograd, convinti di ricevere un rifiuto.
Quarta di copertina
Sul cervello, sul cuore e sull'anima della Russia si è già scritto molto. Molto poco, invece, si è scritto sul suo culo, benché quella parte del corpo non sia meno importante delle rimanenti. Comunque, tutti coloro che l'hanno fatto si sono vergognati di chiamarlo con il suo vero nome, preferendo usare espressioni più colte, tipo "viscere", "recessi", "fondo". Ciò non ha contribuito, tuttavia, a rendere i "recessi" russi più nobili, mentre è stata la verità a risentirne. E quella parte dell'organismo sociale non ha cessato di esistere per il fatto che la chiamavano con nomi impropri. Esiste, invece, eccome, e, non più tardi di ieri, il suo ruolo in Russia era svolto da Partitograd.
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