Estratto del libro
A Damiano, che non aveva pianto neppure quando il padre se n'era andato, gli occhi si riempirono di lacrime. Si chinò sulla tela e nell'angolo a destra, in basso, lesse ALEKSEIJ LAZYKIN. Aveva trovato il Pittore del cielo. Infilò la sua mano in quella del padre e scivolarono piano nella notte stellata.
(Cristina Frua De Angeli)
Da quando non incontravo più nella pittura occidentale quelle pennellate dense e decise, quell'impasto di colore così vivo e splendido? Paradosso del déjà vu: propriamente li trovavo lì per la prima volta, Lazykin non era mai stato prima di ora [...]. Già da quel quadro che ora splende nel dipartimento di cifrematica a Bologna emerge la constatazione: Lazykin è lo scacco di Hegel, la prova che la pittura non è morta, che non c'è rifacimento, rilettura, riscrittura.
(Sergio Dalla Val)
Incontro Alekseij Lazykin a Senago, nella Villa di San Carlo Borromeo. Ma, prima ancora, avevo incontrato i suoi dipinti. Ciascuno mi pare avere ancora una penna per firma. Una penna straordinaria di un uccello di fuoco che egli insegue e di cui non sa nulla.
(Roberto Francesco da Celano)
Quarta di copertina
L'opera di Alekseij Lazykin può qualificarsi come lettura artistica del Novecento. La prova di un'arte russa che non muore, ma che ispirandosi, pur nella clandestinità, alla tradizione europea trova i termini di un'invenzione straordinaria. In questo catalogo, il resoconto del viaggio italiano.
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