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Sfide per giovani economisti
Emilio Fontela
Sfide per giovani economisti
Anno: 1997
Pagine: 216
Prezzo: € 15,49
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877704757

Dal Prologo: "La terza guerra mondiale è stata una guerra silenziosa, astratta, tra il capitalismo e il marxismo; una guerra tra un collettivismo con gulag e un individualismo con assistenza sociale, una guerra tra il modello di offerta della pianificazione e il modello di domanda di mercato.
Con la caduta del muro di Berlino, la terza guerra mondiale è finita ed è scoppiata la pace.
La pace è stata accolta con gioia dai mercati; l'ideologia del liberalismo economico, trionfatrice, può dilatarsi senza impedimenti. È giunta l'ora della globalizzazione, dell'integrazione economica mondiale. D'un tratto il mondo si è riempito di nuovi predicatori che diffondono le forme più pure del liberismo, consigliano l'adozione di strategie di competitività, considerano il pianeta come un mercato unitario che ottimizza e massimilizza incessantemente decisioni e risultati".
Estratto del libro
Nelle società industriali avanzate lo stato già controlla circa il 50%del valore aggiunto, e interviene insistentemente nel settore della ridistribuzione, ma fondamentalmente lo fa nel senso della correzione degli squilibri della società industriale, non già in quello della promozione della Società
dell'informazione. EÌ€ questo il vero problema in cui consiste la crisi del Welfare State alla fine del ventesimo secolo. Cosa è accaduto allo stato? Perché è quasi sempre deficitario? Com' è possibile che in così pochi anni abbia accumulato un simile debito pubblico?
Secondo una prospettiva molto globale, si può affermare che gli stati dei paesi industriali avanzati non hanno saputo preparare in maniera adeguata una strategia del futuro.
Così si spiega come, nel corso di molti anni, siano venuti in essere quali agenti produttori in regime monopolistico numerosi servizi sociali personali (e persino alcuni destinati alle imprese, come quelli di utilizzazione telematica delle reti pubbliche di telecomunicazioni), dando in molti casi
prova di un'inefficienza produttiva che il mercato avrebbe potuto evitare.
In pari tempo, gli stati hanno istituito una rete di protezione per i salariati, asse centrale della società industriale che in fase di sviluppo normale poteva presentare interesse economico e sociale ma che, nel corso del cambiamento verso la Società dell'informazione, si è trasformata in un sistema di ridistribuzione e di redditi profondamente smobilitante: la cassa integrazione, che ha senso in quanto fa fronte al problema della disoccupazione di attrito in situazione di pieno impiego (per finanziare il tempo necessario alla ricerca di un nuovo impiego e facilitare la mobilità geografica occupazionale), o per ammortizzare gli effetti della disoccupazione congiunturale (o disoccupazione
keynesiana) della fase recessiva di un ciclo, perde tutto il suo interesse quando ci troviamo di fronte a una disoccupazione classica (dal momento che in questo caso una cassa integrazione elevata limita l'accettabilità di salari più bassi) e, soprattutto, nel caso attuale di una disoccupazione prevalentemente strutturale.
Quarta di copertina
I saggi riuniti in questo volume intendono fornire ai giovani economisti elementi per una riflessione prospettica su alcuni grandi problemi del nostro tempo, connessi con la disoccupazione e con il cambiamento tecnologico. Il futuro è un enigma e la prospettiva tenta d'individuarne le chiavi. Nessuno sa come possa risolversi il problema della disoccupazione nei paesi industriali avanzati; nessuno sa come possa svilupparsi una Società dell'informazione che sia, nello stesso tempo, la società del secondo rinascimento; nessuno sa come possano, finalmente, uscire dalla loro miseria i paesi meno sviluppati; nessuno sa se la finanza globale possa finire per provocare una crisi mondiale come quella degli anni trenta. Ma tutti dovrebbero riflettere su questi temi, esplorare le vie alternative del futuro e agire secondo coscienza per costruire un mondo con una ricchezza maggiore e meglio distribuita e, soprattutto, un mondo meno deprimente e più felice.
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