Estratto del libro
Per troppo lungo tempo la Sardegna è stata soltanto Orgosolo. Oggi è soprattutto Costa Smeralda, o l'uno e l'altra insieme, oro dei banditi e oro dell'Aga Khan. Ma il vero oro è altrove. È quello che brilla in una Sardegna più segreta, più misteriosa, ma assai più vera della falsa immagine che viene soltanto dal banditismo o soltanto dalla Costa Smeralda. Però il viaggiatore che vuole conoscere questa Sardegna non può servirsi delle coordinate di tempo e spazio a cui lo ha abituato un'antica consuetudine: rischierebbe veramente di capire poco o nulla, perché lo spazio, qui, è un altro spazio, e il tempo un altro tempo, o forse nessun tempo. Qui, il visitatore deve fare continuamente i conti con la storia e, anzi, con la preistoria. Si può tracciarne un itinerario, da Sassari a Cagliari, per tutta la lunghezza dell'isola; si può procedere con un certo ordine di tempi e di luoghi, ma sarebbe, in fondo, una cavillosità assai poco rimunerativa, convenendo, invece, immergersi nell'onda del tempo, nella casualità degli incontri, proprio perché il caos, la preistoria, è sempre a un passo da noi.
Quarta di copertina
Quella che Angelo Mundula ci propone in questo libro miscellaneo di prosa e poesia è davvero un'altra Sardegna: sganciata dagli schemi consueti, disancorata dai tradizionali stereotipi che hanno fin qui accompagnato la sua storia e da quel "colore locale" che non ha consentito se non raramente di coglierne il vero colore, la sua essenza reale. È, anzitutto, una Sardegna quasi vista dal di fuori, da chi, come Mundula poeta e prosatore, ha saputo guardare sempre oltre la porta di casa, oltre quel nuraghe che talvolta l'ha chiusa come dentro una prigione, facendone una monade leibniziana senza porte né finestre per comunicare. Non più, dunque, una Sardegna sempre un poco prigioniera della sua stessa (abusata) immagine, chiusa in una sorta di museo senz'aria e senza luce, ma una Sardegna liberata da ogni sovrastruttura, da ogni anticaglia, da ogni notazione folcloristica, e protesa, invece, verso un futuro che già sembra scritto e si scrive nelle pagine dei suoi migliori poeti e scrittori.
Premessa Identità I giovani e la poesia Scopriamo l'altra Sardegna, quella dei nuraghi e del tempo senza fine Quella donna sapeva fare le leggi nella Sardegna medievale Grazia Deledda, innamorata e populista Sebastiano Satta, poeta di una Sardegna perduta Salvatore Satta, giurista e romanziere La prigione e la fuga Un'altra immagine della Costa Smeralda Un angolo di Catalogna lungo le coste sarde La grotta di Nettuno ad Alghero L'arcipelago misterioso L'Asinara da inferno a paradiso (turistico) Nuoro: due maschere coprono il vero volto della città Chiudiamoci nel nuraghe, ma poi? La Sardegna sognata La Sardegna in un mare di chiacchiere Con i traghetti di Carlo Alberto Scioperi contro la Sardegna Il piano energetico riscopre il carbone Ciclone in Sardegna: la droga L'antico rito della mattanza. Per uccidere il tonno corrida in mare Douce Sardaigne Roba e possesso in Sardegna. Contare le pecore ma non nei sogni Bilinguismo in Sardegna: perché no La Sardegna è una polveriera ma non da ora Una civiltà fra caos e 2000. Nella clessidra della Sardegna sabbia di secoli La piaga sarda dei sequestri non si vince solo con i mitra Sardegna: le hanno sequestrato la speranza Il meridionale non è l'untore Spazi e forme di lingue rifiorite. Il liceo classico Spezzata dal gitano García Lorca l'immobilità della poesia sarda Sempre più esplorato il cammino dell'isola Marino Moretti e gli scrittori sardi Mare, di te proprio non mi fido Passaporto in sardo per Cagliari Sardegna, il fantasma di una lingua La lingua sarda esiste solo nell'isola che non c'è Una finestra lontana sempre aperta sul mondo La Sardegna si muove: ma dove va? Il viaggio insieme Conclusione, ovviamente provvisoria
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