Un'appassionata testimonianza contro la pena di morte, una battaglia più attuale che mai
Dopo che l'Onu ha sancito la moratoria sulla pena di morte, questo importante volume rilancia la causa dell'abolizione universale. Questo racconto evocativo completa la trilogia dell'autore, dopo Contro la pena di morte e L'esecuzione. Sono le coinvolgenti testimonianze di uno statista che ha svolto un'intensa attività giuridica per impedire che la giustizia uccida: in Francia il percorso che ha portato all’eliminazione della ghigliottina è stato avviato nel 1972 e si è concluso nel 1981, con la ratifica del Parlamento. Una conquista che, da allora, è diventata legge in tutta Europa e si è ormai estesa a molti stati del mondo. L'irreversibile progresso dell'umanità contro paura e violenza è un cammino tutt'altro che concluso, come dimostrano le esecuzioni che continuano negli Stati Uniti, in Cina, in Iran e altrove. Estratto del libro
Seduto nello scompartimento quasi vuoto, mentre guardavo scivolare via il paesaggio familiare, riflettevo sulla decisione del presidente della Repubblica di fare giustiziare Buffet e Bontems. Se la convinzione abolizionistica che avevo prestato, come molti altri, a Georges Pompidou era stata fermamente interrotta, la grazia a Buffet avrebbe significato la fine della pena di morte in Francia. [...]
Di portata ancora più pesante mi pareva l'esecuzione di Bontems. Non aveva ucciso, lui. La corte d'assise lo aveva riconosciuto, nel verdetto. Era stato solo complice di Buffet.
[...]
In un moto di pietà, Buffet aveva chiesto al presidente della Repubblica di graziare Bontems nel momento stesso in cui avrebbe mandato lui, Buffet, alla ghigliottina. Ma il presidente aveva trattato nello stesso modo quello che aveva ucciso e quello che non aveva sangue sulle mani. [...]
Già sapevo che la giustizia poteva uccidere. L'avevo vista all'opera. Ero stato incapace di impedirlo. Ero come posseduto da quel pensiero. L'angoscia di morte della notte precedente, rimossa dalle abitudini e dagli obblighi del giorno, m'invadeva di nuovo in quel treno che correva nella notte. Chiusi gli occhi e avvertii, con intensità maggiore che all'alba, che da quel momento, finché in Francia non fosse stata abolita la pena di morte, io l'avrei combattuta con tutte le mie forze. Ero cosciente che quella lotta sarebbe stata per me un impegno primario, totale, senza peraltro riuscire a distinguere quanto, nella sua intensità, dipendesse dal senso di colpa che provavo nei confronti di Bontems o dal fatto che già conoscevo la realtà della pena di morte. Fino allora ero stato un sostenitore dell'abolizione. Da quel momento sarei stato un irriducibile avversario della pena di morte. Ero passato dalla convinzione intellettuale alla passione militante.
Quarta di copertina
L'abolizione è il racconto di una lunga battaglia contro la pena di morte. In Francia incomincia il giorno dell'esecuzione di Claude Buffet e di Roger Bontems, il 24 novembre 1972, e si conclude il 30 settembre 1981 con il voto in Parlamento.
Da allora, l'abolizione della pena di morte si è estesa a molti stati. Ormai è legge in tutta Europa. Segna un irreversibile progresso dell'umanità su paure, angosce, violenza.
Ma, se si considerano le esecuzioni negli Stati Uniti, in Cina, in Iran e in altri paesi, la battaglia contro la pena di morte è tutt'altro che conclusa. L'evocazione di ciò che accadde in Francia possa servire la grande causa dell'abolizione universale.
(Robert Badinter)
PRIMA PARTE – Da un presidente all'altro
SECONDA PARTE – Ritorno a Troyes
I. L'affaire Patrick Henry
II. Il processo Patrick Henry
TERZA PARTE – La lunga marcia
I. Un momento d'incertezza
II. Il ritorno della ghigliottina
III. Tra morale e politica
IV. Un inverno duro
V. Il dibattito eluso
VI. Il processo Garceau
VII. Il ritorno della pena di morte
QUARTA PARTE – L'abolizione
I. L'elezione di François Mitterrand
II. La legge
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