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La rivista
 
Logica matematica e psicanalisi. Peano, Vailati, Peirce
Zoom della copertina
Logica matematica e psicanalisi. Peano, Vailati, Peirce
gennaio 1982
anno III, n°3
253 pagine, € 15,49


Estratto

La scoperta e la lettura delle opere di Giuseppe Peano da prate degli psicanalisti italiani è per me un motivo di sorpresa. Non ho molto tempo in questa sede per dire di più ma se l'inconscio è strutturato come un linguaggio e se è lontanissimo dall'esprimersi in una lingua ben fatta di cui i matematici – Poincaré dixit – siano i soli a fornire un modello, mi rallegra sapere che qui si pensi che occorre ascoltarlo più da logici che da linguisti.
La logica più della linguistica può venire in aiuto per decifrare e tentare di elaborare un linguaggio coerente, nonché un sistema anche deduttivo che consenta di apprendere quello che, almeno apparentemente, è soltanto un caos che scaturisce in frantumi dalle profondità abissali dello psichismo.
Anzitutto non c'è sistema deduttivo senza un vocabolario base. Ma questo vocabolario prima di Freud non esisteva. Gli fu dunque necessario o prendere parole del linguaggio corrente e pervertirne il senso quel tanto che le rendesse utilizzabili o forgiarne di nuove. Inoltre formulare regole fondamentali sui cui cardini il sistema potesse mettersi a funzionare. Regole ispirate all'atmosfera meccanicistica dell'epoca e magari anche alla strategia militare (per esempio: processo di sublimazione, meccanismi di difesa).
Rilettura di Freud. Rileggere Freud con l'ausilio di Peano. E perché non tentare di riformulare tutta la psicanalisi in più momenti successivi così come Peano nelle diverse edizioni del Formulario ha riformulato, codificato, sistematizzato una parte apprezzabile della matematica del secolo scorso? L'elaborazione di vocabolari come quello di Laplanche e Pontalis non sono forse i primi passi in questa direzione?
Rilettura di Freud. Rilettura di Freud e di Peano e riformulazione. Esame critico, dalla parte di Freud: Melanie Klein, Winnicott, Lacan ... , dalla parte di Peano: Frege, Russel!...
Rilettura di Freud-Lacan con l'ausilio di Peano-Bourbaki e riformulazione. Ecco un programma. Ma attenersi a questo è già insufficiente. Per il fatto che Peano–Bourbaki non bastano: sono da rimpiazzare con Peano, Bourbaki e Processo (attogràfo = grafia del processo).

Quarta di copertina

Questo secondo rinascimento non trova la sua origine e la sua ragione nel primo. Dà invece al primo rinascimento un'altra portata. Dirlo "secondo" non presuppone un'ordinalità delle cose, non esige che le cose si musicalizzino, si armonizzino e si completino. Il secondo rinascimento implica oggi che sta sorgendo qua e là e certamente non nelle cattedre universitarie né nelle riviste ispirate al sessantottismo una reinvenzione delle arti e delle scienze.
E anzitutto risente di una logica che è quella che non riconduce le cose all'idea di universo e che è quella che implica il ciascuno e non il chiunque, la particolarità e non l'universalità. Non solo le visioni del mondo sono finite ma il mondo in questo secondo rinascimento non esiste più né come feticcio, quale era conclamato nei quarant'anni di progressiva inculturazione in Europa, né ancora nei termini dell'erotismo e della mitologia dell'azione quale era propagandato dal sessantottismo.
La logica dell'inconscio è una logica della nominazione, è una logica che non trova né per la parola né per l'arte né perla cultura un'origine propria, una localizzazione o una spazializzazione. Perché s'instauri l'arte e perché emerga l'invenzione occorre, della parola, la struttura originaria, più precisamente l'industria. La nozione d'industria è estranea alla filosofia greca come del resto a ogni filosofia, in particolare alla filosofia della riforma. Essa non può emettersi - e la reinvenzione stessa delle arti e delle scienze non può sorgere - se non a partire dalla questione cattolica come questione eminente della verità.