Jacques Attali spiega la sua teoria economica e distingue tre mondi di pensiero corrispondenti alle tre realtà in cui contemporaneamente viviamo. Il mondo dello scambio e della regolazione in cui la crisi è soltanto abbandono di equilibrio. Il mondo della produzione in cui la crisi svela le contraddizioni che sono il motore della storia. E il mondo nuovo dell'organizzazione che va modellandosi sotto i nostri occhi. Estratto del libro
Il mondo prende forma come un libro. Si scrive una prima versione. Si rilegge. Insoddisfatti si cancella, si straccia, si riscrive.
La nuova forma non piace ancora e si ricomincia, prendendo lo spunto dalle cose accumulate che già si sanno, dalla memoria della precedente stesura, tesi verso un fine ignoto eppure presente fin dalla prima intuizione. [...]
La nuova grande metafora è questa: la crisi comincia con le lacerazioni, con la disamina di una forma da parte dell'autore o di altri, termina nella compiutezza della riscrittura. La crisi è nel tempo
lo stato più probabile e il dopocrisi invece è la forma passeggera, il momento instabile in cui s'interrompe la disamina del mondo.
Ma perché una forma? Qual è il suo senso? Quando la riscrittura è compiuta? Chi è l'autore? Per rispondere a questi interrogativi bisogna rinunciare all'ambizione totalizzante introdotta dalle
metafore della meccanica e della macchina che finora hanno prodotto solamente teorie incomplete, incapaci di spiegare le complessità delle forme sociali. [...]
Per forzare il reale a entrare nel loro quadro, quelle metafore sono perfino obbligate a erigere a scienza la matematica pura e la forza astratta che sono due negazioni del senso della parola. Tuttavia non c'è scienza umana se non del senso, cioè in ultima analisi del linguaggio. Non c'è storia sensata del mondo che non sia storia delle lingue.
Da qui l'ipotesi principale del terzo dei tre mondi: da quando gli uomini si parlano il linguaggio struttura l'ordine; gli uomini e gli oggetti non valgono per la loro rarità nello scambio o per il lavoro che li produce ma per la capacità di partecipare alla circolazione dei messaggi che danno un senso alle organizzazioni sociali. Ma esiste un solo senso del gruppo: la sua sopravvivenza; e una sola minaccia contro un gruppo: la violenza.
[...] una lingua è realmente efficace contro la violenza soltanto per la sua ambiguità: esiste ordine soltanto nella diversità e nella molteplicità. È questa la prova assoluta dell'ingenuità dei primi due mondi: la regolazione e la produzione pretendono infatti di essere due modi di dare senso a ciò che è, ma è sempre un senso non ambiguo quindi incompleto.
Quarta di copertina
Jacques Attali che già aveva aperto nuove e feconde prospettive in un libro sulla musica e in uno sulla medicina pubblica finalmente il suo capolavoro di teoria economica.
La crisiè oggi l'unico punto di partenza possibile. Occorreva perciò compilare l'inventario, finora introvabile, delle teorie esistenti intorno alla crisi: teorie tutte vere se hanno ispirato le politiche effettivamente svolte da questo o quel potere nei vari paesi del mondo.
Per spiegare queste teorie Jacques Attali distingue tre mondi di pensiero corrispondenti alle tre realtà in cui contemporaneamente viviamo. Il mondo dello scambio e della regolazione in cui la crisi è soltanto abbandono di un equilibrio. Il mondo della produzione in cui la crisi svela le contraddizioni che sono il motore della storia. E il mondo nuovo dell'organizzazione
che va modellandosi sotto i nostri occhi. L'autore ci guida alla sua scoperta: qui l'ordine affiora come fragile scrittura delle forme e la crisi risulta uno stato quasi permanente di riscrittura. Mondo di tolleranza e di seduzione in cui si profila il pericolo di un dopocrisi totalitario ma intanto
si traccia la via per uscire dall'opprimente cerchio delle dittature. Al termine di quest'affascinante traversata, dai riti magici agli imperi, dal potlač al nucleare, dai sacrifici ai computer, dai fiamminghi ai giapponesi, la scelta è oggi fra la solitudine e la creazione, fra il suicidio e la seduzione.
1. La via e il nome
PRIMA PARTE – Regolazione
2. Il non fare, il non dire
I Il formalismo istituzionale
– "Kósmos" o "táxis"
– Neoclassici istituzionali
II Le interferenze sul mercato: il pessimismo pragmatico
– La moneta: informazione, bene o interferenza?
– La crisi come interferenza tra il presente e l'avvenire
3. Vedere tutto, conoscere tutto
I. Gli equilibri di spreco
– L'impossibile autoregolazione: gli squilibri
– I sottoequilibri globali: il "supply‑economics"
– Piano e mercato: gli attori dello scambio
II. Crisi e conflitto
– Crisi, salario, profitto
– Crisi e soglia critica del salario
– Istituzionalismo e dualismo
SECONDA PARTE – Produzione
4. Accumulare oro e giada
I. Il marxismo catastrofista
– La teoria del capitalismo monopolistico di stato
– Il radicalismo americano
– Diminuzione del tasso di profitto e lotta di classe
II. Il neomarxismo
– Il neofordismo
– Il neosovietismo
5. Impadronirsi del mondo
I. Lo scambio ineguale
– La tesi di Emmanuel
– Oltre Emmanuel
II. Lo sviluppo ineguale
– La dipendenza imperiale
– L'economia domestica
– I sistemi-mondo
TERZA PARTE – Organizzazione
6. Il vuoto che fa avanzare il carro
I. Produrre‑scambiare
– Dall'interno
– All'esterno
II. L'altro e gli altri
– Produrre, ovvero far vivere la materia
– Scambiare o polarizzare la violenza
– Crisi dell'ordine rituale
7. Quel che è nasce da quel che non è
I. Le metafore di fondazione: rumore, fluttuazione, catastrofe
– Complessità da rumore
– Oscillazioni da fluttuazioni
– Forma da catastrofe
II. Una breccia nel nostro sonno
– L'uomo‑rumore
– L'ordine del mondo
8. La via e la ciotola vuota
I. L'ordine imperiale
II. L'ordine mercantile – Capitalismo agricolo
– Bruges – Il telaio di poppa
– Venezia – La caravella
– Anversa – La stampa
– Genova – La contabilità
– Amsterdam – Il flauto
III. L'ordine mercantile – Capitalismo industriale
– Londra – La macchina a vapore
– New York n°1 – L'automobile
– New York n°2 – Il motore elettrico
9. Uomini di merito e cose rare
I. L'ordine compiuto
– Crisi del lavoro, crisi urbana, crisi del petrolio
– La disorganizzazione
– Deistituzionalizzazione
II. L'avvento del dopocrisi e la riscrittura del mondo
– Socializzazione
– Svalutazione e polarizzazione della violenza
– La riorganizzazione
III. L'avatara onanista
– Gli specchi del corpo
– La guerra contro se stessi
IV. Il poliordine di nonviolenza
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