Jacques Attali affronta il racconto dell'umanità attraversando epoche e mondi tutti riconducibili a un "principio omologatum" che è il labirinto, inteso come percorso, come smarrimento e come autocoscienza di innumerevoli umanità sparse tra luoghi della storia e del tempo.
Attali: "Gli antichi ci hanno lasciato tante tracce sui muri, come i prigionieri sulle pareti delle celle, per gridarci di non dimenticare la loro saggezza. Messaggio di sopravvivenza per la specie umana: scoprire quello che siamo, imparare a vivere il tempo come spazio, attingere forza dall'errore, tracciare la vita come un labirinto, improvvisarla incessantemente, farne un gioco, un'opera d'arte, 'restare incatenati di se stessi', come dice Platone, ricercare i cammini della propria serena perfezione in un'ironia distante, nel ricordo dei saperi del nomade, nei piaceri dello scacco o dello smarrimento". Estratto del libro
Fra i segni lasciati in mille e un modo, il labirinto è uno dei più importanti. Uno dei più ossessionanti, dei più universali, benché uno dei meno chiaramente interpretati finora.
È un gioco privo d'importanza o un rito essenziale? Un'opera d'arte o un segnale mistico? Una prigione o una porta del cielo? Un luogo di eterna erranza o il vero cammino del paradiso? Un centro d'iniziazione o un riflesso dell'ignoranza? Guarisce o fa male? Porta al peccato o alla salvezza? È una forma molto primitiva di scrittura o un modo particolarmente raffinato di espressione simbolica?
Specchio in cui le civiltà scrutano i propri fantasmi, il labirinto è tutto ciò. E ancora di più: è l'ultimo messaggio trasmesso dai nomadi ai sedentari, come se avessero intuito che, un giorno, i loro lontani discendenti, ridiventati nomadi involontari, avrebbero cercato in quei disegni dimenticati i cammini della saggezza necessaria alloro avvenire .
[...] Il labirinto non è mai aneddoto. È fra le più antiche figure del pensiero umano, sempre presente dove si svolgono i drammi primordiali dell'umanità. Quello che mi lascia maggiormente sorpreso è che per molto tempo non ci siamo accorti che la sua presenza universale non poteva essere fortuita, che rivestiva un significato essenziale, costituendo anche una delle chiavi principali della storia delle religioni. Tale silenzio si spiega con il fatto che la nostra civiltà e la nostra cultura non solo sono fondate sul rigetto e sull'occultamento del sinuoso e dell'opaco, ma sono contraddistinte [...] dall'apologia della linea retta, della trasparenza e della semplicità.
Quarta di copertina
È molto probabile che questo millennio veda fiorire totalitarismi estremi e oscuri, ottusi settarismi, terrificanti violenze. Ma chi saprà collocare i labirinti di domani nella loro continuità storica e mitologica, chi saprà accettarsi come l'erede di lunghissime peripezie, capirà che l'economia più futurista, la fantascienza più avanzata, la geopolitica più inverosimile trovano posto nei fili intrecciati dalla storia come nuove trasformazioni di un'antica tradizione.
L'oblio ucciderà l'uomo. Il ricordo di quello che ha letto nei passi dei predecessori nomadi lo salverà, aprendogli la via a un uso civile delle sue creazioni, a un'economia di piacere, di libertà e di umorismo.
Occorrerà coraggio, perché, all'uscita da ogni labirinto, l'uomo troverà sempre altri labirinti. Labirinti di labirinti. Chi crederà d'incontrare dio; chi la verità; chi uno scetticismo ironico o una disperazione panica. Chi, infine, più semplicemente, un enigmatico e fragile cammino verso la saggezza.
(Jacques Attali)
INTRODUZIONE
Quattro storie per incominciare
Labirinti ovunque
APPROSSIMARSI
Nascere
Vivere
Morire
ACCEDERE
Scoprire
Scambiare
Dominare
Risiedere
Comunicare
Imparare
Distrarre
Conoscersi
PERCORRERE
Consigli per un viaggiatore
Vivere da nomadi
Fare fronte
Perdersi
Accettarsi
Perseverare
Ricordarsi
Danzare
Giocare
Giocare d'astuzia
Snodare
Delucidare
LABIRINTARE
Guarire
Labirintare
CONCLUSIONE
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