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Storie del tempo
Jacques Attali
Storie del tempo
Anno: 1983
Pagine: 284
Prezzo: € 16,53
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877700092

Estratto del libro
Ogni essere vivente s'inscrive doppiamente nella durata, insieme ripetizione e degradazione, ricominciare e scorrere.
[...] Ciascun popolo, con la memoria delle grandi date della sua storia, dell'apogeo e dello sfacelo delle sue dinastie, vive la minaccia di un declino e la speranza di una potenza.
Non c'è società senza una certa percezione comune di queste due forme di tempo. Ogni vita sociale esige un minimo sincronismo, una regolazione comune delle occupazioni, del lavoro e delle feste, delle distruzioni e delle rinascite che consentano di fare insieme quello che deve essere fatto, ovvero riunirsi per comunicare in un luogo e in una data noti a tutti.
La funzione prima di un potere è dunque quella di dare un senso ai multipli del tempo del mondo, di nominarli e organizzare la vita collettiva in relazione al loro scorrere e ricorrere, di dare l'ordine di fare o di non fare.
Questo punto è essenziale: senza un enunciato delle date e una cognizione – almeno da parte di alcuni – delle ragioni della loro successione e del loro ritorno, non è possibile né un lavoro né una vita sociale. Nominare il tempo e dare senso alle sue diverse date costituisce quindi un'esigenza assoluta della sopravvivenza di ogni gruppo sociale.
Appare allora una relazione, inattesa, tra tempo e violenza: siccome ogni gruppo deve saper preservarsi da una violenza isolata, anarchica, imprevedibile, che rischia d'infierire   permanentemente, ogni ordine sociale per durare deve saper limitare i periodi e le date in cui questa violenza può esercitarsi.
Quarta di copertina
Prima ambizione di questo libro è raccontare la storia di un oggetto quotidiano, delle sue tecniche, delle sue forme, dei suoi usi. Vorrei che qui si trovasse anzitutto una meticolosa storia degli strumenti di misura del tempo, dal primo gnomone ai più strani oggetti del giorno d'oggi. E anche una storia dei teorici, degli inventori, dei fabbricanti. E ancora oltre, le storie degli usi che ne hanno fatto gli uomini, usi innocenti o perversi, uso quotidiano o smisurato.
Una storia? Diciamo le storie. E infatti le forme del tempo s'ingarbugliano in complessi arabeschi, in raffinate interferenze. Tanti racconti del passato diventano così possibili e s'intersecano, e ancora resta aperto più di un avvenire...
A ogni grande svolta della storia del potere cambia la misura del tempo, segnale annunciatore. Lo gnomone, la clessidra, l'orologio astronomico, l'orologio da tasca, il cronometro da marina e il marcatempo della fabbrica svelano alcune di queste grandi fratture. E anche oggi il nostro avvenire, le sue ricchezze e le sue rovine, le sue speranze e i suoi incubi sono inseparabili dall'uso che faremo del tempo, e cioè dall'uso che faremo di noi stessi.
Storie del tempo, dunque. Storie di penitenza e di festa, di sacrificio e di carnevale, di violenza e di sorriso. Possano contribuire a far sì che in ognuno spunti l'alba di un tempo di vita, di tolleranza e di libertà.
(Jacques Attali)
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