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New York: sesso e linguaggio. Documenti del Quinto Congresso Internazionale di Psicanalisi 30 aprile-2 maggio 1981
AA.VV.
New York: sesso e linguaggio. Documenti del Quinto Congresso Internazionale di Psicanalisi 30 aprile-2 maggio 1981
Anno: 1982
Pagine: 428
Prezzo: € 18,08
Dimensioni: cm 14,0x21,0
Legatura: brossura

Collana: l'alingua
ISBN: 8877701048
Contributi di: Achille Bonito Oliva (A. B. O.), Alain Cohen, Aldo Tagliaferri, Alexandra Adler, Alfred Messer, Armando Verdiglione, Arnold Gilberg, Bernard-Henri Lévy, Carole Marks, Gabriel de la Vega, Giovanni Castaldi, Iannis Xenakis, Jean Oury, Jean-Toussaint Desanti, John Howell, Massimo Meschini, Michail Meilach, Paul Mathis, Peter Roger Breggin, Philippe Sollers, Richard Martin, Sander L. Gilman, Silvano Arieti, Stevan Harnad, Thomas Szasz, Viviane Forrester, Walter Abish, Wilfred Abse, William Kilgore
Freud ha davvero portato la peste negli Stati Uniti come ebbe a dire sbarcando a New York nel 1909? Che ne è della portata sovversiva della psicanalisi in un’epoca così diversa? Sullo sfondo di una New York al centro delle comunicazioni interplanetarie e delle tecnologie più avanzate, scrittori, artisti, psicanalisti, filosofi rispondono a questi interrogativi.
Estratto del libro
Nell'occidente ebraicocristiano la parabola dell'Eden e della caduta è stata la metafora dominante della condizione umana. Intendo dimostrare che questa parabola, almeno nelle culture che derivano da questa tradizione, e forse ovunque, esemplifica come i cosiddetti "fenomeni" della sessualità umana siano di fatto inseparabili dai giudizi di bene e di male. [...]
Nell'Eden Adamo e Eva vivevano un'esistenza spensierata, erano cioè letteralmente liberi dalle preoccupazioni dell'esistenza umana che noi conosciamo. [...] gli elementi fondamentali dell'esistenza umana, libertà e responsabilità, sessualità e morale, entrano a far parte della vita di Adamo e Eva soltanto dopo la caduta.
Nel Vecchio Testamento il tema sessuale dominante è l'ingiunzione di procreare. Nonostante l'uomo abbia perso la grazia divina, Jahvé ha fatto pace con l'"uomo nuovo". Dinanzi all'insubordinazione dell'uomo il dio ebraico si adatta prontamente a cavarsela alla meno peggio nella nuova circostanza: fa credere a Adamo e Eva che il sesso sia una grande scoperta.
[...] si potrebbe dire che un elemento fondamentale dell'eresia cristiana si trovi nel rifiuto del patto tra Jahvé e il suo popolo. Come Dio biasima Adamo e Eva, così i padri della chiesa biasimano la loro trasgressione originaria. Vorrei parafrasare questo rifiuto mettendo loro in bocca queste parole: "Tu, nostro Signore, ci hai creati e ci hai avvertito che le relazioni sessuali, i piaceri sessuali, non erano per noi. Di fronte alla trasgressione dei nostri progenitori, Tu nella tua grazia sei diventato meno severo e ora approvi le relazioni sessuali se portano alla produzione di più esseri umani che ti adorino. Ma rifiutando il peccato di Adamo e Eva, noi rifiutiamo anche il tuo patto con loro. Avevi ragione prima: l'astinenza sessuale è bene, gli atti sessuali sono male". Questo punto di vista si esprime chiaramente nei primi entusiasmi dei cristiani per la continenza e la castità.
Proprio in quanto l'impulso sessuale umano può essere forte, uomini e donne hanno trovato lusinghiero per la propria autostima schierarsi fermamente contro di esso: da ciò deriva la tendenza profondamente radicata nell'uomo a definirsi buono se inattivo sessualmente e cattivo nel caso contrario.
(Dall'intervento di Thomas Szasz)

Quarta di copertina
La cultura di Freud segue il cammino stesso dell'inconscio. Se la logica della nominazione costituisce la peste psicanalitica che Freud introduce nell'immediata vigilia e all'alba del ventesimo secolo la cultura risulta il percorso della peste. Appunto non al di fuori dell'esperienza ma lungo il suo cammino. Non nelle presunte mediazioni e nelle scienze affini o congetturali o esatte ma nella sua stessa via. E segnatamente nella cifra del linguaggio. Proprio intorno alla formazione dell'inconscio ruota lo scritto dello psicanalista. Tanto per puntuare quel che Freud indica ovvero che essenziale allo psichico diviene non già la linea ma il colore.
Intanto non genitalità la sessualità. Ecco lontano dalle ricette dell'incestagogia il prima apporto freudiano che procede dal secondo: niente sessualità senza parricidio. Per questa via essa s'instaura come l'invenzione della psicanalisi. Una volta posto il termine invenzione al di fuori della suddivisione tra convenzionalismo e naturalismo. La sessualità e il parricidio costituiscono l'essenziale della psicanalisi affatto tralasciato dopo Freud. Secondo una modalità che ha giovato alla diffusione della vulgata con l'esautoramento di una pratica impiegata come valletta al seguito di questo o di quello stemma. Secondo una precettistica che arrangia le cose in continuità con le concezioni precedenti a Freud. L'essenziale della psicanalisi non è stato semplicemente dimenticato e non rimane meramente impensato come potrebbe dirsi sulla base di uno storicismo che non ha ancora finito di universitare l'Europa dalle note storie delle idee ai fondi dei mass media. L'essenziale della psicanalisi che riscontro oggi nell'esperienza non appartiene a nessun territorio dell'ontologia. La sua garanzia e la sua risorsa e la sua fortuna e la sua avventura si rilevano dalla vicenda del sembiante.
La peste annunciata da Freud non può prendersi né darsi. Non ancora giunta in occidente né in oriente, è il caso non solo di porne la questione ma di esplorarne la logica entro un'esperienza in cui la psicanalisi s'inventa e senza cui non esisterebbe come neppure esisterebbe la lettura di Freud. Le fondazioni della psicanalisi hanno un risvolto nelle fondazioni della cultura. E oggi più che mai incombe l'urgenza di una cultura internazionale. Non soggetta al concetto di patria e al concetto di disciplina. Oggi più che nel primo decennio del secolo insorge la questione dell'invenzione dalla musica alla logica matematica, dalla pittura al cinema e dalla poesia al teatro E oltre.
(Armando Verdiglione)
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