Estratto del libro
Ho riunito in questa raccolta gran parte degli articoli scritti dal 1960. Questi articoli precisano il mio punto di vista su argomenti di attualità , ideologici e politici. La mentalità degli intellettuali francesi è molto cambiata. La metamorfosi è avvenuta in questi ultimi due o tre anni. Ancora nel 1967, non si poteva fare nessuna obiezione ai regimi dei paesi socialisti, pena l'essere accusati di fascismo o di nazismo. [...] Il mio ambiente, contro il quale mi ribello, è quello di quanti vengono chiamati intellettuali. Sono vissuto, una volta, in un paese in cui gl'intellettuali erano di estrema destra: filosofi, professori, scrittori, artisti, anche scienziati, erano di estrema destra. Essi trascinavano dietro di sé l'intera popolazione. Forse la popolazione che si manifestava nelle manifestazioni. Allora io ero a sinistra. A quel tempo, è evidente che la maggioranza di tutti gli ambienti era di estrema destra. Tutto un popolo era per le guardie di ferro, intere folle, in Germania, acclamavano il nazismo. Non era tanto questo a inquietarmi. Le folle cambiano con una prontezza incredibile. Addirittura, fanno solo questo. Un'altra cosa mi sembrava ben più grave: in seguito all'avvento delle nuove teorie della biologia e della genetica, il razzismo era fondato "scientificamente"; una nuova sociologia e una nuova economia politica si costituivano, sembravano possibili o addirittura vere.
Quarta di copertina
Antidoti è un libro sorprendente nella produzione di Ionesco. Esplicitamente politico, trae il giornalismo nella scrittura. Questo giornale di bordo di un poeta annota che le cose che accadono si scrivono. E restano. Ionesco anticipa non soltanto analisi, riflessioni e constatazioni che in parte si faranno in seguito, ma scrive ciò che mai parteciperà all'andazzo dei tempi e delle mode né entrerà nel regno dell'utile, metafora dei regimi.
Introduzione – Osare non pensare come gli altri I. Da Praga a Londra, la vergogna - Il fascismo non è morto - Lei Cecoslovacchia? L'unico paese d'Europa che meriti l'indipendenza - Da Praga a Londra, la vergogna - La caccia all'uomo - Il teatro è, in gran parte, l'esorcismo - Israele e più lontano - Cose viste e sentite in Israele - Gli abusi di linguaggio - Allende e il socialismo degli altri - Il miraggio della rivoluzione - A bordo della nave dei folli - I nostri contemporanei, i galli - Il "nazismo" esiste? - Conversazione con Frédéric Towarnicki - "Le Monde" così com'è - Inginocchiati davanti a Mao - Se il mondo fosse sovietizzato - Utopie - "Il comunismo è il più grande scacco della storia dell'umanità" II. La cultura non è affare di stato - Per i folli della libertà - "Tutti nello stesso sacco!" (a proposito di Macbeth) - L'Unesco, o la cultura contro la cultura - La cultura non è affare dello stato - Tutta la cultura è stata fatta dai nemici della cultura (risposta a Maurice Druon, ministro della Cultura) - Vorrei scrivere un elogio della società borghese - Le società di autori contro gli autori - Una nuova Monaco '75? - La viltà non rende - Salvare la cultura - Messaggio internazionale per la quindicesima giornata mondiale del teatro III. Avrei scritto, in ogni caso - Avrei scritto in ogni caso - Briciole d'idee - Il teatro non può evolversi senza essere depoliticizzato - Non amo Brecht - Teatro delle mie angosce - Difesa del poeta - Lettera sulla pièce La pelle di un frutto su un albero marcio di Vietor Haim - Euripide, con le lacrime agli occhi... - A proposito di Beckett - Il matrimonio del dolore e della bellezza - Spiegarsi nell'inspiegabile (conversazione con Jean‑Jacques Brochier) - Chestov ci riporta all'essenziale - Un medico dell'anima - L'opera di Denis de Rougemont: una metafisica cristiana - Testimonianza sulla chiesa di oggi (conversazione con padre Lendger) IV. Note, frammenti, polemiche, conversazioni - Note ritrovate - Critici, voi vivete di me! - Dopo il successo... la paura del vuoto - A proposito del destino - I quindici anni della mia Cantatrice - Diario - Briciole di sogni, briciole d'idee - Il diritto di uccidere - La Spagna sul filo di Paseyro Conclusione – Perché scrivo ANNESSI L'Académie: - L'Académie française non deve essere una vecchia signora - L'Académie non è una società esoterica Omaggio ai miei amici scomparsi: - Robert Postec' - Jean Follain - Victor Brauner - Jean‑Marie Serreau, che aveva abbandonato tutto per il teatro - Il mio amico Jacques Lemarchand Echi di stampa
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07/05/2006 - La Gazzetta del Mezzogiorno
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05/04/1994 - La Voce di Mantova
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05/04/1994 - La Voce di Mantova
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05/04/1990 - Il Lavoro
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21/01/1990 - Corriere della Sera
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31/03/1989 - La Stampa
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26/11/1988 - Il Sabato
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