Il romanzo autobiografico di un celebre dissidente russo.
Vladimir Maksimov narra vent'anni di esperienze, incontri e conversazioni con intellettuali del calibro di Solenicyn, Bukovskij, Rostropovič. Anni che coincidono con quelli in cui scopre l'immenso valore della cultura popolare. In questa Russia insolita, nei suoi dialetti, nei suoi villaggi, alla periferia della cultura cosiddetta alta, egli trova i riflessi di quegli stessi grandi autori, assorbiti nelle parole e nelle opere dell'uomo della strada. Un lungo viaggio che il lettore intraprende guidato da Vlad Samsonov, alter-ego dell'autore ed eccellente guida alla scoperta di una cultura affascinante e dagli innumerevoli risvolti. Estratto del libro
Andiamo avanti, dunque, tesoro mio d'oro e d'argento, andiamo avanti! Ma non guardare indietro, o ti scioglierai in lacrime salate chissą dove, sul precipizio di Äop!
Da un mondo a un altro, da una dimensione a un'altra, da nessun dove a nessun dove, nel tempo che basta a raccogliere in sé sia un respiro sia un'intera eternitą, vola l'anima tua al di lą delle montagne "di chissą dove" della terra straniera.
Quarta di copertina
Libro di amore e di odio, d'ira e di pietą, di maledizione e di ringraziamento, questo bellissimo romanzo biografico si svolge nell'arco di vent'anni, dallinverno del 1954, quando il protagonista, Vlad Samsonov, torna a Mosca doppo un vagabondaggio che gli ha fatto trovare la sua vocazione di scrittore, allinverno del 1974, quando č costretto a emigrare in Francia.
Tratto incessantemente dalle pieghe della memoria a un viaggio che lo porta dalle albe violette della capitale ai cieli screziati di stelle del Caucaso, ai boschi resinosi degli Urali, il protagonista si accorge che c'č unaltra Russia che ama, odia, sogna, pensa, scrive senza trovare posto nella letteratura ufficiale. Maksimov ce ne offre una straordinaria testimonianza attraverso aneddoti, favole, ritratti, canzoni, conversazioni con gente semplice e con protagonisti della cultura e dellarte russe di questi anni (Sacharov, Solenicyn, Ljubimov, Tvardovskij, Bukovskij, Rostropovič, Nekrasov e moltissimi altri ancora). E ha l'occasione d'inventare una lingua bellissima che trova la sua gamma pił ricca nella parlata delle campagne e nei dialetti delle cittą e dei villaggi e che porta con sé la poesia di Pukin, la violenza di Mandel'tam, l'ironia della Achmatova, le immagini di Pasternak.
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