Naghibin si accosta con l’umiltà del grande scrittore all’opera di Tintoretto e di Chagall; torna e ritorna più volte su un'opera, sorprendendosi e sorprendendoci. Per questa via conduce a una lettura assolutamente nuova da cui risalta l'enigma della pittura. Estratto del libro
Il Tintoretto coloristicamente maturo era l'esatto opposto di Tiziano; nel disegno di alcune fra le sue prime figure femminili si può riconoscere una certa somiglianza con la maniera del Buonarroti, benché a differenza di Tiziano che si era recato a Roma, egli non aveva mai visto gli originali. Eppure Tintoretto si meritò l'appellativo di "Michelangelo veneziano" e non solo per l'impetuosa energia della sua opera. (Jurij Naghibin, Tintoretto)
È difficile, anzi impossibile, assegnare Chagall a qualche corrente artistica. In anni diversi della vita e, a volte, anche contemporaneamente, fu realista, primitivo, espressionista, surrealista, cubista, frequentò i costruttivisti, rese un rapido omaggio al suprematismo. Fu sempre estraneo, forse, all'astrattismo puro [...] Chagall fu anche un acuto pensatore, incline a trasporre i suoi pensieri sulla carta, in prosa e in versi. Sempre teso alla conoscenza di sé e dell'ambiente, lo interessavano gli artisti e i piccoloborghesi, la gente concreta; lo turbava il mistero dell'Uomo ma non lo preoccupavano di meno "gli altri popoli incappati insieme con noi nella rete della vita, nella rete del tempo". (Jurij Naghibin, Chagall)
Vuoi condividere questo libro sul tuo sito/blog?
Usa il nostro Widget!
Copia il codice da inserire nel tuo sito/blog
|