Estratto del libro
Se si guarda al panorama economico del nostro Paese, due sono i fatti preponderanti in questo primo scorcio di millennio. Sono purtroppo due parole con il prefisso de‑, che indica privazione: delocalizzazione e deindustrializzazione...
Si tratta di due fenomeni fortemente intrecciati. Ora, una certa deindustrializzazione è fisiologica: oggi come oggi tutte le economie occidentali sono canalizzate sul terziario, sul settore dei servizi. on è possibile esprimere, sul piano dell'economia, un giudizio di valore a favore delle attività del secondario contro quelle del terziario.
Né, sul versante morale, ritengo possano esserci ragioni per considerare migliore l'attività industriale propriamente detta rispetto a quella nell'ambito dei servizi. Psicologicamente, per noi europei, lo è. Ma sbagliamo.
In generale, la dimensione dei comparti industriali segue il gioco di domanda e offerta, e riflette la forma assunta dalla divisione del lavoro, che è anche divisione internazionale del lavoro.
In un contesto di globalizzazione, in cui cadono le barriere commerciali, come risultato è possibile una più ampia e diversificata specializzazione anche tra Paesi diversi.
Sulla divisione del lavoro, un economista può, a priori, azzardare solamente ipotesi: come infatti vada a ripartirsi internazionalmente la produzione non è lecito dire, se non alla prova dei fatti. Certo, il mercato si muove sempre in modo imprevedibilmente razionale nell'allocazione di risorse, privilegiando le eccellenze. Chi produce con minor costo, e maggiore efficienza rispetto ai costi, più facilmente riesce a incontrare le necessità dei consumatori.
Per questo, oggi, vediamo l'emergere della delocalizzazione: ossia vediamo imprese italiane, anche eccellenti e produttive, spostare le proprie fabbriche o in Cina, la minaccia più rilevante per la nostra economia, o più comodamente, senza bisogno di spingersi in estremo Oriente, nell'Europa dell'Est, oggi parte integrante dell'Unione Europea e comunemente chiamata nuova Europa.
Quarta di copertina
Se mi chiedessero perché faccio politica, risponderei: per gusto della libertà e senso della responsabilità. Credo sia l'unica risposta possibile per un politico onesto, che non miri all'arricchimento personale né al piccolo cabotaggio. Cerchiamo di migliorare, se non il mondo, almeno il nostro Paese. Cerchiamo di consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti un'Italia più giusta, più libera. Ecco perché bisogna continuare ad abbassare le tasse, ecco perché bisogna competere meglio sul mercato globale, ecco perché bisogna modernizzare il sistema bancario, ecco perché bisogna riformare pensioni e università. Non per noi, dico ai miei lettori con le tempie grigie, ma per loro. Sì, proprio per voi, dico invece ai miei lettori più giovani. Con la preghiera che anche un piccolo libro come questo possa abituarli alla politica nel senso più bello e più nobile: non al gioco del potere, ma al sentimento della polis.
(Giampiero Cantoni)
Introduzione
‑La riduzione delle tasse
‑Le due de‑: delocalizzazione e deindustrializzazione
‑Moneta e credito: crisi internazionale, arretratezza italiana
‑Le riforme necessarie
‑Un auspicio
Mandiamo il supereuro in Iraq – Perché non sfruttare anche politicamente il rafforzamento della moneta unica?
Lasciamo l'agricoltura al terzo mondo – L'Europa sommerge di aiuti il mondo verde anziché tutelare marchi e prodotti industriali
Parliamo della privatizzazione Rai – Una soluzione in grado di dare spazio a nuovi protagonisti e sulla tv libera dalla politica
L'antidoto al "capitalismo straccione" – Solo il rispetto delle dure leggi del mercato eviterà altri casi Parmalat
Per accendere lo sviluppo – La libertà economica trascina con sé anche quella individuale
Forza Italia dieci anni dopo? Idee e fatti – Accelerare sulla via delle riforme non può che far bene sia al governo sia al Paese
L'euro non è un totem, questi i motivi – La moneta unica ha molti vantaggi, ma non per tutti. E le critiche sono lecite
Borghesi, tornate a risparmiare – Una classe media che non trova più entusiasmo per guardare al futuro è in pericolo
Anche la giustizia frena la ripresa – I capitali, e gli imprenditori, fuggono da un paese dove servono anni per una sentenza
Non buttate la croce su Bill Gates – La concorrenza è un valore e non vale la pena danneggiare i consumatori
Anche il panettiere ha bisogno della sua scuola – La riforma del ministro Moratti farà bene all'economia. Perché alla sinistra classista non piace
Perché si vuol regolamentare il sesso – Washington e Londra intervengono nelle scelte più intime delle persone
Liberiamoci dalla dittatura delle banche – Dietro gli scandali finanziari c'è anche un sistema del credito con poca concorrenza
Lotta al terrorismo anche con il mercato – La gestione delle informazioni dei servizi segreti e la lezione del premio Nobel von Hayek
Così la globalizzazione ci fa uomini – Perché l'alimento degli scambi moltiplica le differenze ed esalta le culture
Lavorare di più e la "follia" di Berlusconi – Dietro l'invito del premier a eliminare "i ponti" c'è tutta l'etica lombarda
Diminuire le tasse è un dovere morale – I cittadini devono poter godere del frutto del loro lavoro in misura equa
Perché la tutela delle idee aiuta il progresso – La globalizzazione ha portato alla ribalta un problema chiave: la proprietà intellettuale
Questa società uccide il padre – Il problema del declino della figura patema investe in pieno anche l'economia
Perché salvare l'Alitalia – Solo dopo un pubblico risanamento sarà possibile avere una sana privatizzazione
Largo al libero mercato contro il terrorismo – Il sistema è un elemento pacificatore. Come prova la storia dell'Europa postbellica
Perché le tasse vanno tagliate per tutti – A seconda delle fasce di reddito, si hanno benefici per l'erario, i consumi e il risparmio
Staccate la spina al monopolio – Nell'energia ci vuole più concorrenza: per ridurre i prezzi e per evitare le crisi
Scandalo Glaxo e nichilismo dei valori – Anche la mancanza di etica nei manager favorisce il fondamentalismo
Buona educazione, lievito del mercato – L'importanza del capitale umano in un saggio curato da Giorgio Vittadini
Si può essere reaganiani e sociali – L'esempio di Berlusconi: chiede il massimo di libertà senza dimenticare i più deboli
Slancio riformatore e previdenza – Il governo deve ripartire dalla riforma delle pensioni. Puntando sulla capitalizzazione
Critica ragionata all'incentivo statale – Perché ha ragione Montezemolo a chiedere meno tasse in cambio di minori aiuti
L'astensione non fa bene all'economia – Con le riforme, innanzitutto quella fiscale, gli elettori ritroveranno il gusto della politica
Perché ci serve una nuova idea d'Europa – L'unificazione è un sogno generoso e contraddittorio. Attenti a non soffocare tutto
È nei privati la salvezza del terzo mondo – Invece degli aiuti allo sviluppo, meglio incoraggiare partnership e investimenti
Anche il sistema elettorale fa business – Influisce sulla stabilità del governo che a sua volta attira o allontana gli investimenti
Sono le pensioni il nuovo manifesto politico – La riforma Può innescare un circolo virtuoso. Ecco l'idea forte che manca al centrodestra
Kerry pericoloso per l'economia mondiale – Nel suo programma, espansione dello Stato sociale e ritorno al protezionismo
Lezioni d'Occidente dall'ex Patto di Varsavia – Nella nuova Europa del commissario Barroso è dall'Est che spira il vento più liberista
Quanto costa la start‑up famiglia! – Giusto allungare l'età lavorativa, ma non dimentichiamo le difficoltà delle giovani coppie
Servono incentivi per fare figli – Aiutare le famiglie significa dare una spinta alla società, che così si assicura un futuro
La finanziaria è saggia, ma non basta – La legge di spesa va completata con la riforma delle imposte a favore delle famiglie
Scambi globali: bastano le regole di Mosè – Il dibattito è aperto, ma siamo sicuri che occorra cambiare i principi etici?
No irresponsabili alla Finanziaria (I) – Ulivo contro una legge che "copia" il laburista Brown, firmata da un quasi prodiano
No irresponsabili alla Finanziaria (Il) – Ulivo contro una legge che "copia" il laburista Brown, firmata da un quasi prodiano
C'è poca economia nella nuova Costituzione – Il trattato europeo non parla nemmenodel diritto di proprietà. E poi è troppo lungo
Facciamo come Bush, almeno nelle pensioni – Ha importato il modello cileno in base al quale ognuno avrà ciò che ha versato
Al modello emiliano preferisco la libertà – Il totalitarismo dolce descritto da Berselli uccide il dibattito politico, cioè l'alternanza
Meno stato, più no profit – Dietro la riforma fiscale, l'idea di allentare il peso della società nel welfare Echi di stampa
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01/07/2005 - Banca Finanza
•
05/03/2005 - la Gazzetta dell'Economia (la Gazzetta del Mezzogiorno)
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