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La Bolla. Chi l'ha gonfiata? Come è esplosa? Come cavarsela?
Giampiero Carlo Cantoni
La Bolla. Chi l'ha gonfiata? Come è esplosa? Come cavarsela?
Anno: 2008
Pagine: 195
Prezzo: € 23,00
Dimensioni: cm 14,0x21,5
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: l'alingua
ISBN: 9788877708267

Estratto del libro
Cari lettori, questa non è un'introduzione ottimistica, di uno che finge di non vedere i guai, come se bisognasse stamparsi sulla faccia un sorriso per ordine del medico dell'economia, mentendo a se stessi. Ovvio. Non bisogna dire bugie: stiamo vivendo un momento pericoloso ed epocale, e c'è poco da stare allegri. Però la speranza non è solo un dovere morale, ma è una medicina realistica, dà energie, ci impedisce di scivolare nel fatalismo.
Lasciate che vi spieghi, pacatamente, senza occultare le mie preoccupazioni, perché. Anche il Fondo monetario internazionale recentemente ha dovuto dichiarare che i titoli tossici sono introvabili, nascosti come sono nelle pieghe dei bilanci delle banche e negli investimenti dei risparmiatori. È il motivo per cui il piano Paulson, la grande iniziativa di politica economica presa negli Stati Uniti che avrebbe dovuto sgonfiare gli effetti devastanti della bolla, è stato ristrutturato. Ricordo com'era stata impostata la manovra. Il ministro del Tesoro Hank Paulson voleva acquistare i titoli tossici dalle banche. Ingenuità. Ignoranza della questione. Dilettantismo. Il problema è che neppure le banche sanno distinguere la gramigna dal grano, e allora l'amministrazione Bush è passata a una iniziativa analoga a quelle messe in campo dai governi europei: una ricapitalizzazione, che va ad abbassare il rapporto fra leva e patrimonio degli istituti di credito.
Non voglio confondervi con i tecnicismi, ma lasciate anzitutto che chiarisca che definisco i titoli "tossici" eufemisticamente: ci sono funghi velenosi, ma non è colpa loro, sono un fatto di natura. Invece questi titoli tossici sono un fatto anche di malavitosità, sono un veleno iniettato nel sistema. Si tratta di strumenti finanziari vecchi in taluni casi di vent'anni, infiorettati e rimpacchettati di volta in volta perché paressero appetibili, ma indiscutibilmente frutto di un'ideologia nefasta. Non mi riferisco, come fanno altri osservatori, al "liberismo" o financo al" capitalismo". Queste sono bestialità da osteria o da salotto chic, fate voi. Si tratta di tutt' altro. Qui il capitalismo proprio non c'entra nulla. Il capitalismo infatti o è etica o non è.
Questa ideologia che ha partorito i titoli avvelenati è un impasto del cinismo di alcuni banchieri e finanzieri che hanno inteso la ricchezza come un' accumulazione di castelli di carta. Si è passati dal capitale fatto – parola di Karl Marx, molto e giustamente materialista – di "cose", di valori d'uso, all'idea di un capitale da costruirsi virtualmente in un mondo parallelo. Un mondo virtuale di cui questi geni fasulli erano gli unici detentori delle chiavi, un paese dei balocchi dove tutti potessero, obbedendo a questi omini di burro, godere del bengodi, della ricchezza senza limiti e senza bisogno di lavorare...
Quarta di copertina
Stiamo vivendo un momento epocale e pericoloso. Ma la speranza non è solo un dovere morale, ma è una medicina realistica, dà energie, ci impedisce di scivolare nel fatalismo.
L'ideologia che ha partorito i titoli avvelenati è un impasto del cinismo di alcuni banchieri e finanzieri che hanno inteso la ricchezza come un'accumulazione di castelli di carta.
Ci sono funghi velenosi, ma non è colpa loro, sono un fatto di natura. Invece i titoli tossici sono un fatto anche di malavitosità, sono un veleno iniettato nel sistema. Si tratta di strumenti finanziari vecchi in taluni casi di vent'anni, infiorettati e rimpacchettati di volta in volta perché paressero appetibili, ma indiscutibilmente frutto di un'ideologia nefasta. Non mi riferisco al "liberismo" o financo al "capitalismo". Si tratta di tutt'altro. Qui il capitalismo proprio non c'entra. Il capitalismo o è etica o non è. (Giampiero Cantoni)
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