Estratto del libro
Incominciamo dal principio che sta alla base della mia tesi: la malattia non esiste. Ora, per avere chiaro il senso di questa tesi, bisogna sapere esattamente che cos'è una malattia.
Quarta di copertina
In questo libro, trovate esposto l'itinerario di uno dei più famosi scienziati viventi, le notazioni intorno alla salute, al disagio, alla condotta di vita, al conformismo, alla psichiatria e alla psicanalisi di un combattente che, attraverso le sue opere, tradotte in tutto il mondo (fra le quali, Il mito della malattia mentale e La disumanizzazione dell'uomo), ha messo in discussione il potere psichiatrico e giudiziario in materia di disagio.
In tutta la sua opera, Szasz non si stanca di ripetere che la malattia mentale non esiste, che è una mitologia creata dall'illuminismo e gestita dalle discipline a suo seguito, in particolare dalla psichiatria, divenuta, a tutti gli effetti, "il braccio armato dello stato, dello stato moderno. Il 'braccio sanitario' del moderno stato tirannico". Per Szasz, "la psichiatria ha finito per supplire alla legge a tal punto che la società sembra non poterne più fare a meno. Oggi, quindi, dovrebbe instaurarsi una sorta di lenta, graduale, razionale transizione, dove i controlli psichiatrici venissero rimpiazzati da controlli legali, da leggi, o meglio, dalla tolleranza. Dopo tutto, in questo consiste la civiltà. Docente in psichiatria e psicanalista, Szasz afferma che "per conservare l'integrità, ci sono solo due cose da fare: ascoltare e parlare. Niente altro. Niente farmaci, niente uso della forza, niente persuasione. Sta tutta qui la storia della mia vita".
In un'epoca che rifugge dalla parola dei maestri di vita, questo libro costituisce una grande lezione di umiltà, di generosità, di indulgenza, in altri termini di diritto dell'Altro.
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