Estratto del libro
Vestita di bianco, come un giglio, fluttua in aria nelle braccia di lui, con un uccello dalla favolosa apertura alare. Dietro di loro vediamo la Tour Eiffel accanto a un sole che sorge...
Secondo Chagall, la vita del pittore si sostituisce immancabilmente alla sua pittura. Quando egli dipinge l'amore, è sempre Bella che ritorna sulla tela. Per lui, Bella è stata la scoperta dell'amore, che si rifletteva nelle sue tele in modo particolarmente fulgido, e Chagall non ha mai cessato di alimentarsi di quella passione. Con la sua veste bianca, Bella simboleggia la purezza dell'amore, e il suo librarsi produce l'effetto di un fenomeno di levitazione, su uno sfondo significativo: si crea così un universo fatato, un mondo immateriale colmo di felicità.
(Shen Dali, Dong Chun, commento a Gli sposi della Torre Eiffel di Chagall)
Pittore architettonico, Antonio Vangelli costruisce qui il suo labirinto pittorico servendosi di punti, di linee, di curve, di tratti informali: in una parola, un labirinto come segno, libero e scorrevole. Lo spettatore abbisogna dunque di un gomitolo d'Arianna per penetrarvi e sopra tutto per trovare l'uscita, guidato dalla figlia di Minosse. [...] In fondo, Vangelli non rappresenta niente, ma intende illustrare il niente: e in tale niente s'intravede il labirinto sorto dal nulla e ondeggiante, scintillante, si scorge una sala da concerto dove si ode il bianco delle curve, il blu degli zigzag, e si vede il suono delle corde di un liuto o di un violino. E per raggiungere questo labirinto della pittura musicale, egli si sforza di aprire una strada nella foresta profonda dei bambù e dei pini, una strada che rimaneggi il corpo e l'anima del genere umano.
(Shen Dali, Dong Chun, commento al Labirinto di Vangelli)
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