Estratto del libro
Chiunque abbia orecchio per il linguaggio riconosce quanto sottile e permeabile alle mode sia il confine che separa il pretenzioso vocabolario della psichiatria dal ridicolo lessico della psicochiacchiera, e l'uno e 1'altro dal gergo della quotidianità. È proprio in questo che risiedono la ricchezza e la forza del linguaggio, che è sempre e comunque metaforico. Qualora una persona voglia dire qualcosa di delicato con un certo tatto, può farlo come suggerisce il proverbio "Scherzando, Arlecchino si confessa", ossia dire giocosamente qualcosa di serio. I burocrati, gli avvocati, gli uomini politici, i ciarlatani e gli assortiti saltimbanchi del ceto terapeutico hanno l'abitudine di dire ogni cosa con grande serietà. E, se vogliamo difendercene, faremo meglio a fare i giocosi mentre li ascoltiamo, a meno che siamo noi i loro zimbelli.
Fin dall'inizio, riflettendo su queste realtà sono stato colpito dal carattere metaforico del vocabolario psichiatrico, che tuttavia viene accettato quale legittimo idioma medico. Quando ho deciso d'interrompere la mia attività di internista per dedicarmi alla psichiatria, mi sono proposto di esplorare la natura e la funzione delle metafore psichiatriche e di sottoporle – non disgiunte dalle coercizioni e dai pretesti che le giustificano – all' esame critico del pubblico.
Durante gli anni cinquanta ho pubblicato, su periodici specializzati, una serie di articoli in cui contestavo i fondamenti epistemologici del concetto di malattia mentale e confutavo sia la legittimità dell'ospedalizzazione coatta sia la difesa per infermità mentale. Nel 1958, quando stavo per portare a termine Il mito della malattia mentale, ho scritto un breve documento pubblicato nel 1960 con lo stesso titolo. L'anno dopo è uscito il libro, e penso di poter legittimamente affermare che da allora la psichiatria non è stata più la stessa.
Varie sono state le reazioni alla mia opera, dalle lodi alle aspre denunce. Gli psichiatri statunitensi si sono affrettati a serrare le file, contro me che tentavo di togliere loro il potere di fare ospedalizzazioni coatte o di sottoporre a trattamenti medici anche degli adulti capaci di intendere e di volere, definendo li pazienti psichiatrici. Rappresentanti della psichiatria ufficiale hanno proclamato che negavo "i trattamenti salvavita ai pazienti psichiatrici", affermazione che deformava, senza affrontarlo apertamente, il mio asserto che i comportamenti riprovevoli non sono malattie. In effetti tentavo di togliere agli psichiatri il loro potere ma non intendevo certo togliere agli adulti il diritto o l'opportunità di ricevere sostegno psichiatrico.
Quarta di copertina
Il mito della malattia mentale è un libro sconvolgente e rivoluzionario. Analizza e smonta le impalcature ideologiche e disciplinari della psichiatria e di ogni psicoterapia. Nonostante le istituzioni sacramentali e profane e gli apparati medicolegali abbiano fatto di tutto per metterlo all'indice, questo libro ha riscosso un successo mondiale, con un'incidenza enorme sulla cultura, sull'arte, sulla scienza, sulla filosofia. Questa è la traduzione dell'ultima versione redatta dall'Autore. Un libro da tempo sparito dalle librerie e tanto atteso dai lettori, non soltanto dagli addetti ai lavori.
Parte prima – Il mito della malattia mentale
I. Il mito cresce e si struttura
1.Charcot e il problema dell'isteria
‑ Charcot e l'isteria
‑ È malattia ogni forma di sofferenza?
‑ Il duplice metro di misura in psichiatria
‑ La definizione di isteria come malattia: una strategia
2.Malattia e malattia contraffatta
‑ La logica della classificazione
‑ Sulle nozioni di vero e falso
‑ Malattia, malattia contraffatta e ruolo del medico
‑ Cambiamenti nelle regole di condotta e riclassificazione del comportamento
‑ Simulazione come malattia mentale
‑ Note conclusive su oggetti e loro rappresentazioni
3.Il contesto sociale della pratica medica
‑ Liberalismo, capitalismo e individualismo nel XIX secolo
‑ La società contemporanea e i suoi modelli in materia di sanità
‑ Prestazioni mediche assicurate
‑ La situazione della pratica privata
‑ Com'era la medicina nell'ex Unione Sovietica
‑ L'importanza della riservatezza nel rapporto fra medico e paziente
‑ Il medico e il povero
‑ Assistenza sanitaria come forma di controllo sociale
II.Isteria:un esempio del mito
4.Gli Studi sull'isteria di Breuer e Freud
‑ Lo sfondo storico
‑ Riesame delle osservazioni
‑ Riesame della teoria
‑ Per ricapitolare
5.Isteria e medicina psicosomatica
‑ Conversione e psicogenesi
‑ Conversione e nevrosi d'organo
‑ Conversione di energia e traduzione fra linguaggi
6.Opinioni odierne su isteria e malattia mentale
‑ Teorie psicanalitiche
‑ Teorie organiche
Parte seconda – Fondamenti di una teoria della condotta personale
III.Analisi semiotica del comportamento
7.Linguaggio e protolinguaggio
‑ La struttura del protolinguaggio
‑ La funzione del protolinguaggio
‑ Simbolizzazione nell'isteria: esempio e critica
8.Isteria come comunicazione
‑ Linguaggi discorsivi e non discorsivi
‑ La non discorsività dell'isteria
‑ La funzione informativa dei segni iconici del corpo
‑ Isteria, traduzione e disinformazione
‑ Linguaggio come mezzo per stabilire il contatto con oggetti
‑ Isteria come comunicazione indiretta
‑ La funzione protettiva delle comunicazioni indirette
‑ Il sogno e l'isteria quali modi di accennare
‑ Isteria: dalla malattia all'idioma
IV.Analisi del comportamento secondo le regole
9.Il modello del comportamento umano in termini di regole
‑ Motivi e regole
‑ Natura e convenzione: biologia e sociologia
‑ Regole, morale e psicanalisi
‑ Regole e responsabilità
‑ Regole e antiregole
‑ Una classificazione delle regole
‑ Il bisogno di regole
10.L'etica dell'aiuto: chi non si aiuta da sé e chi vuole aiutare
‑ L'infanzia e le regole del non aiutarsi da sé
‑ Regole bibliche che infondono invalidità e malattia
‑ Alcune note storiche sul rovesciamento delle regole
‑ L'etica del paternalismo e del terapeuticismo
11.Teologia, stregoneria e isteria
‑ Teoria della stregoneria in termini di malattia
‑ Teoria del capro espiatorio
‑ Giochi della vita: il gioco teologico e il gioco medico
12. Il modello del comportamento umano in termini di giochi
‑ Azioni umane come giochi
‑ Una gerarchia logica dei giochi
‑ Sviluppo della personalità e valori morali
13. Isteria come gioco
‑ Strategie interpersonali nell'isteria
‑ Un esempio di gioco isterico: il "dinamismo isterico" di Sullivan
‑ Mentire: strategia specifica dell'isteria
‑ Incertezza e controllo nel fare giochi
‑ Cambiare il gioco isterico
‑ Per ricapitolare
14. Ruolo impersonato e malattia
‑ Impersonare e svolgere ruoli
‑ I vari modi d'impersonare
‑ La sindrome di Ganser
‑ Ruoli: assunti, impersonati e autentici
‑ L'autenticazione psichiatrica dei ruoli impersonati
‑ Per ricapitolare
15. L'etica della psichiatria
‑ Le relazioni oggettuali e il modello dei giochi
‑ Psicanalisi e etica
‑ Psichiatria come azione sociale
Conclusioni
Epilogo
Sommario
Postfazione di Francesco Saba Sardi, La normalina
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