L'arte di Bielutin viene qui riletta attraverso il confronto con Kandinskij, il maestro che ha affrancato la pittura dalla rappresentazione e dal realismo, consegnandola alla suggestione e al sogno. Estratto del libro
Senza incominciamento e senza fine; gioco puro, puro da qualsiasi decisione, fantasia in cui la gioia esplode in un delirio, in un'orgia di linee e di globi solari, in cui, simile a un demiurgo folle, il pittore disegna il primo mattino del mondo. "La creazione di un'opera d'arte è la creazione di un mondo" (Sguardi sul passato).
Spazio infinito o condensazione estrema, contrazione o espansione, inchiostro, colore e macchie senza legame, in un'armonia selvaggia [...].
"Toni contrastanti, squilibrati, principi che non esistono più, contrapposizioni, contraddizioni: ecco la nostra armonia", diceva Kandinskij nel 1910.
(Nadine Shenkar, commento a Acquerello con angoli rossi di Kandinskij)
Se disponessimo di un'unica parola per parlare di Bielutin, sarebbe mobilità: sullo sfondo verde della prateria, immobile e sereno, dove si può quasi avvertire un ondeggiare d'erba, un uomo erompe dallo schermo con la concentrazione e l'emozione del proprio grido. [...]
Bielutin non si sofferma però sull'essenza del grido: certamente, il collo ritto, smisurato, e l'ergersi dei due moduli, bianco e nero – braccia tese di sofferenza, rigide ali tarpate – dicono del dramma, ma il colore viene, anche qui, a smentire la gravità dell'istante per proiettarsi in un avvenire che questa sofferenza, forse, non toccherà più.
(Nadine Shenkar, commento a Uomo che grida di Bielutin)
Vuoi condividere questo libro sul tuo sito/blog?
Usa il nostro Widget!
Copia il codice da inserire nel tuo sito/blog
|