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La tolleranza nel terzo millennio. L'Altro, il tempo, la differenza
AA.VV.
La tolleranza nel terzo millennio. L'Altro, il tempo, la differenza
Anno: 2005
Pagine: 403
Prezzo: € 20,00
Dimensioni: cm 14,0x21,5
Legatura: cartonato con sovraccoperta

Collana: Università internazionale del secondo rinascimento
ISBN: 9788877707321
Contributi di: Alessandro Atti, Angelo Mundula, Anna Spadafora, Antonella Silvestrini, Antonio Saccà, Ariane Schindelholz, Armando Verdiglione, Augusto Ponzio, Barbara Sofer, Boris Kurakin, Carlo Marchetti, Carlo Monaco, Cristina Frua De Angeli, David Rasnick, Eleonora Piruzjan, Elio Giunta, Elisabetta Armiato, Elisabetta Costa, Enrico Gallo, Erik Battiston, Éveline Sautaux, Ferdinando Cionti, Francesco Amato, Francesco Saba Sardi, Francesco Zuzic, François Keller, Gerald Schroeder, Gianfranco Morra, Giorgio Bosco, Gregorio Scalise, Guido Celestino Crapanzano, Igor' Makarov, Jacques Riguet, Jean-Pierre Faye, John Bloch, Leonid Vilenčik, Lev Piruzjan, Luciano Ponzio, Marco Maiocchi, Mario Wüthrich (Wuthrich), Maurizio Bendandi, Mohamed Benlarbi El-Kebich, Nadine Shenkar, Otto Hieronymi, Ove Petersen, Paolo Pontiggia, Poel' Karp, Roberto Cestari, Roberto Panichi, Rodrigue Sautebin, Roger Dadoun, Ruggero Chinaglia, Sam Mhlongo, Sébastien Krauer, Sergio Dalla Val, Sergio Katunarich, Sergio Mattia, Simon Mol, Stefania Persico, Tat'jana Pavlova, Thomas Szasz, Uwe Henrik Peters
Estratto del libro
Il concetto di di tolleranza è strettamente legato al pensiero e alla pratica liberali: sono i grandi pensa tori liberali fra il XVII e il XVIII secolo ad avere per la prima volta affrontato il tema della tolleranza in modo sistematico. Si pensi a Locke e al suo saggio sulla tolleranza, che è sempre un testo autorevole.
Si pensi a Voltaire, il cui trattato sulla tolleranza è una delle fonti usate ancora oggi per definire la tolleranza. Si pensi all'enciclopedia di Diderot che ha un articolo bellissimo sulla tolleranza. Se cerchiamo la definizione di tolleranza, troviamo che già due secoli e mezzo or sono si parlava dell'accettazione del differente. Si è tolleranti quando si accetta non chi è d'accordo con noi, ma chi è in disaccordo, chi è differente.
Per Locke e Voltaire la tolleranza verteva essenzialmente intorno alla religione. Le questioni che si ponevano erano: qual è il monopolio delle religioni? qual è il monopolio dei valori? qual è l'intolleranza ammissibile rispetto al pensiero? E sono arrivati alla conclusione che se si vuole essere buoni cristiani, se si vuole essere ligi alla propria fede, bisogna essere tolleranti, perché Dio non ha dato il monopolio della fede e della comprensione. Il liberalismo e l'idea liberale non sono mai stati esenti da contestazione, tutt'altro. Contro il pensiero liberale e la pratica liberale sorgono via via forze nuove. Se si prescinde dagli inevitabili difetti del liberalismo, quello che è positivo e valido al giorno d'oggi, e che emerge dalla storia dell'ultimo secolo, è collegabile al rispetto della libertà degli altri, al rispetto del differente. D'altro canto, la tolleranza va di pari passo con l'accettazione del minimo di regole, del minimo comune multiplo dei valori di base.
Quarta di copertina
La cosa più accessibile, la più accettata, la più comune è la concezione dell'intolleranza, sancita dal principio del terzo escluso, dal principio d'identità e dal principio di non contraddizione.
Non è accettata la tolleranza come apertura, relazione, modo dell'inconciliabile: nessuna conciliazione, nessun compromesso sociale o politico. Non è accettata la tolleranza né come rimozione originaria né come deduzione dello zero. Non è accettata la tolleranza né come resistenza originaria né come seduzione dell'uno. Non è accettata la tolleranza né come funzione di Altro né come abduzione dell'Altro. Inaccetabile, infatti, è la parola: e già il due, lo zero, l'uno, l'intervallo. E neppure l'altro tempo.
(Armando Verdiglione)
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