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La rivista
 
La macchina telepatica. Studi sul discorso schizofrenico
Zoom della copertina
La macchina telepatica. Studi sul discorso schizofrenico
gennaio 1981
n°3
227 pagine, € 15,49


Estratto

Nonostante venga classificata come malattia "mentale" la schizofrenia è definita in termini comportamentistici. Ma, prima facie, la diagnosi delle cosiddette anomalie del comportamento si basa su criteri o modelli culturali, legali, morali o politici.
Fra questi il "sintomo" fondamentale, particolarmente tormentoso, è quello costituito   dall'incapacità del "paziente" di adattarsi alla realtà. Chiaramente la capacità di compiere questo adattamento dipende non solo dalle facoltà "mentali" del soggetto ma anche dalle sue risorse economiche e dal suo potere politico.
Coloro che esercitano poteri dispotici possono sempre adattarsi alla realtà facendo sì che la realtà si adatti a loro. Questo spiega perché uomini come Hitler o Stalin non siano mai stati diagnosticati schizofrenici da chi era in loro potere mentre furono spesso definiti tali da chi non lo era.
Per lo stesso motivo chi ha grandi disponibilità finanziarie raramente incorre nella diagnosi di schizofrenia. [...]
Per altro verso i poveri possono essere diagnosticati schizofrenici se turbano o minacciano i familiari o se non hanno un posto dove vivere. Inoltre, ora che la "deospedalizzazione" è di-
ventata l'ultima strategia psichiatrica nella lotta contro la schizofrenia i poveri possono produrre sintomi "schizofrenici" per costringere gli psichiatri a procurare loro un tetto. Un articolo
uscito su un quotidiano americano nel '77 parlava di "gente senza dimora" per registrare la situazione dei pazienti mentali che anziché rinchiusi nell'ospedale psichiatrico contro la loro vo-
lontà ne sono contro la loro volontà dimessi. "A Eddie piace la sua nuova vita fuori", frenici se turbano o minacciano i familiari o se non hanno un posto dove vivere. Inoltre, ora che la "deospedalizzazione" è diventata l'ultima strategia psichiatrica nella lotta contro la schizofrenia i poveri possono produrre sintomi "schizofrenici" per costringere gli psichiatri a procurare loro un tetto. Un articolo uscito su un quotidiano americano nel '77 parlava di "gente senza dimora" per registrare la situazione dei pazienti mentali che anziché rinchiusi nell'ospedale psichiatrico contro la loro volontà ne sono contro la loro volontà dimessi. "A Eddie piace la sua nuova vita fuori", osserva il giornalista, "invece un giovane schizofrenico ha bevuto una lozione per capelli per tornare dentro".
Da molto tempo sostengo che la questione del potere – economico, sociale o politico – è la determinante essenziale perché una persona venga diagnosticata schizofrenica e internata. Le correnti valutazioni di "schizofrenia" sono comunque distribuite in un linguaggio che dissimula i più elementari conflitti umani riguardanti l'occupazione, il denaro e i rapporti familiari dietro la cortina di fumo dei cosiddetti deliri, delle allucinazioni e di altri sintomi psicotici. Qualsiasi storia di paziente schizofrenico in qualsiasi testo psichiatrico avvalora questa tesi.

Quarta di copertina

Armando Verdiglione: "Il discorso schizofrenico si muove sulla dimenticanza. In un tempo assoluto, quando il deserto cresce e ogni dettaglio forma il letto del fiume in cui perdersi. Anche un bicchiere d'acqua può farsi oceano per rendere passabile e transitabile il transfinito. Tra due rive che non sono di rivalità. Quando la rappresentazione della lacerazione indugia al di qua del malinteso. E ogni struttura deve essere uno schizogramma che prenda il posto della cifra. lo so che tu sai che io so. In una macchina telepatica o per influenzare che risponde al fantasma in una comunicazione da inconscio a inconscio. Il discorso schizofrenico mette il corpo alle aste: e ogni organo annuncia una molteplicità corporea sul suo diritto a essere carne. La sua fortuna è che si strutturi anywhere out of the world. E risulta una parodia l'enunciato del signor Krisna nella Gita: io sono il tempo. Il discorso schizofrenico abita il transfinito quasi fosse ripetibile. Quasi il colpo solo valesse i tre colpi.
Rappresenta l'abduzione perché la ripetizione tagli corto con la differenza. Sta nel segno di una frazione perché il conteggio possa avvenire uno su uno. Camminando sulla corda come nel funambolismo, facendo dei due bordi due parallele, portando l'afasia al segno di una dicotomia ontologica. Al segno di transizione fra una lingua dei nomi e una lingua dei significanti. Il film Il cacciatore offre una parabola del discorso schizofrenico. Istituire una festa perenne entro cui sia possibile il passaggio tra il giorno e la notte.
Consistere nella separazione tra due serie. Stare nel luogo della lingua dell'Altro tra la lingua dell'uno e la lingua dello zero. Essere la bara vuota tenendo sui margini le due pulsioni. Fare del colpo solo la marca di divisione in un conteggio colpo su colpo. Un gioco alla roulette. In cui il massacro è una regola per tagliare la corda. E ogni organo sia carne. Ogni termine la parola d'origine".