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La canzone dell'apocalisse. Per una lettura della Peste
gennaio 1981
anno VII, n°15
174 pagine,
€ 12,91
Quarta di copertina
Per dare una parodiante concessione alla terminologia della nostra epoca indico i precursori dello psicanalista nel sofista, nel talmudista, nel giullare, nell’aedo. Non nel filosofo né nel medico. Posizione insostenibile quella del sembiante. Triale e puntuale. In confronto a cui non vale progresso. Resta il grado. Il passo. Accanto al piede. La questione del sembiante e della voce, importa nel Cratilo dal sottotitolo Sulla giustezza dei nomi. Importa pure nella fonologia praghese dove il fonema costituisce il sembiante.
E un’associazione psicanalitica avanza un’altra sofistica: nessuna causa che non sia di verità; nessun corpo che non si trovi nell’atto di parola; nessuna funzione che non sia pulsionale e che non ammetta la funzione vuota; nessun intellettuale che non sia costituito dallo stile; nessun insieme che non sia vuoto. Questa sofistica trova nell’internazionalismo culturale e scientifico una sua prima esigenza. Insopportabile per qualsiasi comunità, non serve alla causa. Non ci sono luoghi né sensi comuni. Ma luoghi impossibili e controsensi.
- Colore e punto vuoto
- Dell'ineuguale
- Di un discorso incompiuto
AA.VV.
- Dimenticare Gramsci
- I panni di Verdiglione
- Il destino della psicanalisi
- Il movimento della peste
- Il segnale d'allarme
- Il teatro della peste
- Il transfert dell'analista
- L'elefante di Annibale ha riattraversato le Alpi
- La cultura di Freud
- La guerra e la peste
- La lingua oscura
- La parola nel suo atto
- La perturbabilità del testo.
- La peste
- La peste della verità
- Latitudine della "peste"
- Le regole della peste
- Lessico della peste
- Linguaggio poetico e rigore scientifico
- Lo scandalo della libertà
- Lo straniero
- Poesia dell'inquietudine
- Senza Esca
- Sul grado zero dell'ideologia
- Sullo stile
- Teoria della voce
- Un nuovo elogio della peste
- Una nuova geometria
- Una retorica
- Una sintassi insolita
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