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Urss. Dall'utopia al disastro
Vladimir Bukovskij
Urss. Dall'utopia al disastro
Anno: 1991
Pagine: 225
Prezzo: € 18,08

Collana: l'alingua
ISBN: 8877703121

I veri piani di Gorbaciov e gli esiti rovinosi di una rivoluzione solo apparente

L'esaltazione collettiva suscitata dal crollo del muro di Berlino fu un evento talmente intenso che nessuno di fronte a esso si pose la domanda più importante: perché? Rispondendo a questo e altri interrogativi, Vladimir Bukovskij ci presenta una ricostruzione puntuale dei fatti storici dell'ultimo periodo sovietico. Un impietoso ritratto della figura di Gorbaciov e la denuncia di una politica europea cieca e connivente con la sopravvivenza del sistema comunista. Sotto le apparenze di un "socialismo dal volto umano", emerge la necessità condivisa di sacrificare, ancora una volta, la democrazia e la libertà sull'altare della realpolitik.
Estratto del libro
Dalla Prefazione:
"Negli ultimi anni, il mio telefono squilla ininterrottamente.
Non sollevo il ricevitore temendo che chiami un giornale per commissionarmi un articolo su un evento recente in URSS.
– Per domani, per favore. Novecento parole.
Una vera follia. Come spiegare il senso e la portata del dramma monumentale che si svolge sotto i nostri occhi in tutto il mondo socialista, da Managua a Belgrado e da Berlino a Pechino, in sole novecento parole? È passato il tempo in cui tutto ciò che l'occidente doveva sapere dell'URSS stava in una pagina di testo stampato, interlinea larga e larga marginatura. Tempo di beata semplicità in cui il muro di Berlino era ancora al suo posto e le truppe sovietiche di stanza in Afghanistan. Tutto era di una tale semplicità e di una tale evidenza che ci si raccapezzava un bambino. Ma, anche allora, un numero sufficiente di saggi negava che l'Unione Sovietica minacciasse le democrazie, spiegava l'espansione sovietica con un "malinteso" e accusava l'ovest di fare salire la tensione. Oggi sembra inverosimile, ma l'università più filocomunista del mondo si trovava a Berlino, di fronte al Muro che i progressisti davano l'impressione
di non notare. Menzionare il Muro era un indice di reazionarismo condannato perché risentiva della 'retorica' della guerra fredda".
Quarta di copertina
"Un anno fa, Gorbaciov era ancora un grande eroe dell'occidente. Gli fu conferito il premio Nobel per la pace e gli furono dati alcuni miliardi di dollari. Ma l'atteggiamento generale sta cambiando. Un numero sempre maggiore di persone, smaltita l'ubriacatura, sta accettando lentamente quel che io ho cercato di spiegare per molti anni: gli obiettivi della politica di Gorbaciov non sono quelli dell'introduzione dell'economia di mercato o della vera democrazia, bensì un 'rinnovamento' del socialismo, la preservazione dell'impero sovietico e la perpetuazione del dominio dell'élite comunista sotto un travestimento".
(Vladimir Bukovskij)
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